Percorso

Contributo Terremoto Abruzzo 2009

riportato da "gazzetta d'alba" n.28 del 14 luglio 2009

 


 

 

CHERASCO - Le esperienze dei volontari cheraschesi che sono tornati nei luoghi del terremoto per donare una tenda

 

In Abruzzo, tra le macerie

di C.L.

Angelo, vive nella sua casa in Abruzzo. O meglio, ci viveva prima del terremoto, ora dorme nella legnaia perché la sua abitazione è inagibile, il lavoro da impiegato ce l’ha ancora ma l’ufficio non più, sostituito da un container. Per superare il dramma che ha colpito lui e la sua gente trova conforto nello scrivere poesie e dedicarle ai volontari dei campi-tenda, da Angelo ad "angeli", come li ha battezzati. Tra questi "angeli" compaiono anche quattro cheraschesi del Gruppo civico di Protezione civile, tornati una seconda volta in terra d’Abruzzo per partecipare all’intervento del Coordinamento provinciale di Cuneo che sta gestendo le tendopoli di Tempèra, frazione de L’Aquila, dislocate tra la parte alta, quella bassa, Sant’Angelo e Cava. Nel primo centro hanno operato i volontari di Cherasco con compiti ben definiti: Giovanni Franco Mantilleri, presidente della Protezione civile cheraschese, fungeva da vicecoordinatore per l’approvvigionamento dai magazzini; il vicepresidente Riccardo Aimone era aiuto cuoco, Bartolo Barale autista e Giovanni Ghigo manutentore.

 

La generosità dei cheraschesi si è concretizzata nell’acquisto di una tenda polifunzionale (otto metri per dieci) adibita, secondo le necessità, per funzioni religiose, luogo di ritrovo e sala giochi per bambini: il costo di 14 mila euro è stato per metà finanziato dal Comune e il resto attraverso le donazioni raccolte sul conto corrente presso la Bcc Cherasco, il contributo dell’associazione L’arcipelago e l’incasso di un concerto al teatro Salomone. Già a fine aprile i cheraschesi avevano portato un carico di generi alimentari.

«Ho visto angeli migratori, che si sono fermati qualche giorno, per poi ripartire... più stanchi di prima». L’esperienza di questi giorni è stata molto forte, tanto che nel ricordo fa ancora emozionare Mantilleri: «Uno non riesce a immaginare quanto queste persone sanno donare nell’accoglierti, nell’aprirsi a raccontare la propria storia umana; è impressionante come ti descrivono il momento della grande scossa, un boato bestiale che ti opprime, ti schiaccia. Veramente ricevi più di quello che riesci a offrire, non vedo l’ora di poter tornare da loro». Un desiderio che potrebbe già esaudirsi nelle prossime settimane.

c.l.